Di arte non si vive. Quante volte mi è stata detta questa frase. Ricordo ancora quando a 14 anni volevo inscrivermi all’istituto d’arte e mi è stato detto che non troverò mai lavoro se avessi fatto una qualunque scuola d’arte. Con prontezza, con piena convenzione ribattevo: “E perché? Questa casa, questa sedia, questo tavolo, non sono forse un espressione artistica? Ha una forma, qualcuno l’avrà creata e pure venduta”.
La mia foga si esauriva lì, perché l’insicurezza di una ragazzina riprendeva il sopravvento.
Decisi di considerare la mia seconda opzione, ovvero quella andare a studiare al liceo linguistico. Già, la mia seconda passione era l’inglese e volevo a tutti i costi riprendere a studiarla.
Il liceo non era male. Mi piaceva fare la traduzioni, studiare la letteratura italiana e straniera, la filosofia. Sono stata la classica secchiona. Qualche volte mi è pure passata per la testa di abbandonare il liceo linguistico per percorrere un percorso artistico, ma conoscendomi avrei fatto di tutto per finire quello che avevo iniziato.
La passione per il disegno e l’arte
In tutto questo è rimasta la passione per il disegno. Mentre studiavo sui libri di inglese, francese, filosofia, matematica non mancava mai un momento in cui facevo un occhio, una donnina a negli spazi bianchi delle pagine dei libri. Disegnavo pure sui muri con la matita che poi cancellavo puntualmente per paura di essere scoperta.
Dopo il diploma decisi finalmente di seguire quello che volevo: ovvero iscrivermi all’Accademia di Belle Arti. Decido studiare Graphic Design al triennio e Grafica Editoriale nel biennio dove ho scoperto il mondo del design, del digitale e editoria. Avevo finalmente deciso a fare qualcosa di cui ero pienamente soddisfatta. Durante l’anno accademico decisi di fare l’Erasmus, a Budapest, in una scuola fighissima, il MOME, dove ho conosciuto invece il mondo dell’animazione.
Parlerò del mio Erasmus in un altro articolo. Fatto sta che, tornando da questa esperienza, inspirata dal talento dei miei compagni di classe ungheresi di allora, iniziava in me la voglia di creare un progetto che potessi portare avanti, come lavoro, come progetto di vita.
Da startup verso le industrie creative
Mi chiamo Katrin Ann Orbeta e sono co-fondatrice e creative director nella mia startup Mash&Co. Con questo blog vorrei raccontare un po’ di me e del mio percorso imprenditoriale. Questo blog è rivolto a chi come me ha fatto un percorso alternativo per arrivare a lavorare nel mondo delle industrie creative. In questo articolo infatti, ho scritto come da progetto sia diventata una startup.
Da questa esperienza ho imparato e sto imparando ancora tanto.
Spero mi seguirete in questa avventura mi sta guidando alla scoperta di me stessa e a contribuire a promuovere l’idea che di arte e creatività si vive!