Negli ultimo anno ho avuto l’opportunità di assumere il ruolo di mentore e questa esperienza ha avuto un impatto significativo sulla mia vita professionale e personale. In questo articolo, condividerò la mia esperienza come mentore, ciò che ho imparato lungo il cammino e come questo ruolo mi ha permesso di crescere e migliorare.
Fin dall’alba della civiltà, l’umanità ha cercato la guida e l’ispirazione di mentori saggi e illuminati. Nelle antiche epopee e mitologie, possiamo trovare ricche narrazioni di maestri e discepoli, di mentori che hanno illuminato il cammino dei loro allievi con la loro saggezza e esperienza.
Durante i miei anni al liceo, mi hanno sempre affascinato le storie dei grandi filosofi come Socrate. Immaginavo con invidia le loro lezioni in mezzo alle strade affollate di Atene, con gli studenti che seguivano ogni loro parola con fervore e interesse.
La mentorship ha sempre rivestito un’importanza vitale nella trasmissione del sapere e nella formazione delle menti e dei cuori delle generazioni future. Un po’ per caso mi sono ritrovata ad avere il ruolo da mentore per ben due volte. Sembra un numero insignificante, ma nel complesso credo valga proprio la pena parlarne un po’ per illustrarvi al meglio cosa si impara davvero.
La Mia Esperienza Come Mentore con Women in Games Francia
Women in Games (WiG) France è un’associazione di professionisti che lavora per la diversità nel settore dei videogiochi in Francia. Io ne faccio parte e la mia società Mash&Co France ne è sostenitrice da due anni. L’associazione realizza azioni per rendere più visibili le persone di genere emarginato (donne, persone non binarie e persone transgender) ed evidenziare modelli di ruolo stimolanti, sensibilizzare e formare gli attori del settore all’inclusione e all’uguaglianza e facilitare lo sviluppo professionale attraverso la formazione e il networking.
WiG Francia è una delle reti di associazioni sotto la guida di Women in Games, nata nel 2009 allo scopo di costruire un ambiente giusto, equo e sicuro che dia potere alle ragazze e alle donne nell’ecosistema dei videogiochi globale. E se ve lo state chiedendo, sì, c’è anche il capitolo Women in Games Italia.
Il mio viaggio come mentore è iniziato con l’attività WiGrow di WiG Francia, il programma di mentorship durata sei mesi. L’iniziativa consisteva di una candidatura come mentore e come mentee, e, dopo un’accurato esame dei candidati si sono formati quindici coppie di mentorship, tra cui la mia, insieme ad Arianna Lona co-fondatrice e CEO dello studio Mad Pumpkins, studio indipendente di videogiochi italo-francese.
Da una parte, mi sentivo onorata di essere stata scelta per guidare una persona in un percorso di crescita, ma allo stesso tempo mi preoccupava di non essere all’altezza delle aspettative e di offrire un supporto efficace.
Però, man mano che mi sono immerse nella mia nuova responsabilità, ho scoperto una gioia e un senso di gratificazione nel condividere la mia esperienza professionale sapendo che avrei contribuito in qualche maniera alla crescita professionale della mia mentee.
La Mia Esperienza Come Mentore di Founder’s Boost Italia
Founder’s Boost è un pre-acceleratore americano che si impegna a preparare le future startup per acceleratori e investimenti attraverso una serie di mentorship. I vari capitoli nazionali offrono supporto alle startup locali per comprendere appieno il proprio business, preparandole per i pitch finali nazionali e globali di fronte agli investitori.
Nell’ambito di questa iniziativa, ho avuto il privilegio di fare da mentore a sei startup italiane operanti in diversi settori. Grazie alle mie esperienze nel mondo degli acceleratori, ho potuto contribuire a migliorare i loro pitch, ovvero le presentazioni del prodotto e i modelli di business delle rispettive aziende anche dal punto di vista del design e direzione artistica improntatata al business.
È stato proprio su questo che ho concentrato la mia attenzione durante le sei settimane di mentorship nell’edizione autunnale di Founder’s Boost Italia.
Ci guadagniamo da vivere con quello che riceviamo, ma ci guadagniamo la vita con quello che diamo. – Winston Churchill.
Cosa Ho Imparato
Essere un mentore mi ha insegnato molto su me stesso e sulle dinamiche delle relazioni umane. Ho imparato l’importanza della comprensione, oltre alla capacità di ascolto attivo. Ho scoperto che, anche quando crediamo di avere tutte le risposte, c’è sempre qualcosa da imparare dagli altri. Ogni interazione con i miei mentee è stata sicuramente un’opportunità di miglioramento e di sviluppo delle mie competenze di comunicazione e leadership.
Essendo tendenzialmente introversa, ho sempre trovato difficile approcciarmi alle persone. Tuttavia, grazie all’esperienza come startupper e di mentore, ho costantemente cercato modi stimolanti per superare i miei limiti e crescere personalmente e professionalmente.
Inoltre, partecipare a questo tipo di esperienze mi consente di rimanere aggiornata sulle tendenze emergenti nel mondo delle startup. È un modo eccellente per arricchire il mio bagaglio di conoscenze, il che è fondamentale anche per chi lavora nel settore della creatività.
Un Percorso di Crescita Terapeutica e di Miglioramento Relazionale
Essere un mentore è stato un vero e proprio percorso di crescita terapeutica. Attraverso le nostre interazioni, ho avuto l’opportunità di esplorare le mie convinzioni, le mie emozioni e i miei schemi di pensiero in modi che non avrei mai immaginato. Ogni conversazione con i miei mentee mi ha spinto a riflettere su me stesso e sulle mie esperienze, contribuendo così al mio sviluppo personale. È attaverso il confronto con gli altri che riusciamo a comprendere anche noi stessi.
Cosa Ho Imparato Dai Miei Mentee
Infine, una delle lezioni più preziose che ho imparato come mentore è stata proprio da parte dei mentee. Attraverso la loro determinazione, ho imparato molto di più sull’importanza della perseveranza e della fiducia in se stessi.
Le sue sfide e i suoi successi mi hanno ispirato a essere una versione migliore di me stesso e mi hanno motivato a continuare a cercare modi per guardare oltre. In alcuni casi si è creata anche un’amicizia che si è protratta al di fuori dal programma di mentorship.
Essere un mentore è un privilegio e una responsabilità che porta con sé numerose sfide e ricompense. Non si impara solo dai libri ma anche dalle relazioni umane e uscendo dalla propria zona di comfort.